3.7.09

La Rotonda che sta sul mare

Sentire i propri passi sul pavimento di quel luogo curvo come una chiocciola, immersi nel bianco che sprofonda e si innalza, nel fruscìo delle onde che rimbalzano sulla rotondità delle pareti di quell'edificio sospeso, è un piacere ineffabile.

Se pensi poi che attorno hai il mare di inizio estate, e la spiaggia dagli ombrelli appena chiusi perché ormai è il tramonto, e la gente, che se ne torna a casa con la pelle abbronzata o se ne va a gustare un vino bianco fresco, un Verdicchio appena stappato, il solo pensiero placa e rasserena tanti altri, e chiude il cerchio di quella Rotonda.

Prima sei lì a guardare il mare da sola, a ridere delle boe così vicine, e dell'ultimo bagnante col suo miglior bagno della giornata, in cui crede che il mare ora, sì, è tutto suo.

E poi tutt'un tratto la fiumana di persone che esce da quella chiocciola bianca, dalle scale, dalle sedie in fila, coi vestiti rossi che increspano l'aria, le giacche lasciate sullo schienale perchè ora si sta in camicia, ora si gode di ciò che si è parlato.

Moreno Cedroni, coi suoi ricci e i camerieri, incanta e diverte senza dire: lattine di spezzatino di tonno, ironicamente fast food ma tutt'altra eccellenza per le papille, abbandonate vuote e rimirate sui tavolini, vini bianchi che s'intonano col candore del luogo, e le membra rilassate di ognuno, sulla ringhiera della Rotonda come gabbiani, sulla sedia trasparente come il mare, sotto la luna che fa ora capolino, ora che arriva la notte, e limone e zenzero dissetano l'aria.

(Rotonda di Senigallia, Presentazione Progetto Stl "La Marca Anconetana" - 2 Luglio 2009)